martedì 30 marzo 2010

Gloria, gloria, o vincitori!

Dal nostro inviato a Siviglia:
"Dopo lo straordinario successo dello scorso anno con La Fanciulla del West ritorna a Siviglia al Teatro della Maestranza, la coppia Dessì Armiliato questa volta nei rispettivi panni di Liù e del misterioso principe Calaf nell’ultimo grande capolavoro di Giacomo Puccini: Turandot.
Interpreta la principessa di gelo un’altra grande artista già ben collaudata per questo ruolo: Maria Guleghina. Un cast davvero stellare.
In un Teatro della Maestranza gremito, la nota storia della principessa e del misterioso e audace principe si snoda all’interno di una scena prevalentemente occupata al centro da una enorme statua di un volto, a simboleggiare l’antico Impero Ming sostituita poi nel secondo quadro dal palazzo imperiale (sicuramente di maggior impatto scenico) per poi successivamente tornare nel terzo ed ultimo atto anche se in posizione differente.Verso la fine dell’Opera si scoprirà il doppio volto di questa struttura che girerà su se stessa a scena aperta proprio nelle ultime battute della stessa..

Un allestimento quello presentato dal Teatro della Maestranza, senz’altro ben architettato e riuscito che però pecca un poco di luminosità a vantaggio di un buio forse troppo opprimente in certi frangenti, specie nel primo atto; in tutta la produzione manca di quel fascino e pizzico di arte orientale che non sarebbe guastato visti anche gli aspetti fiabeschi a sfondo cinese in cui la storia di Turandot vive.

Gli artisti riempiono la scena e sono gli assoluti protagonisti di questa produzione:

Fabio Armiliato è Calaf in tutti i suoi aspetti: sia fisicamente, scenicamente e parimenti, nel canto.
La sua resa vocale affascina ed emoziona dalla prima all’ultima nota (ed in questo ruolo non ha certo poco da fare ascoltare!); brilla la sua “Non piangere Liù” e nel noto e attesissimo “Nessun Dorma” sfodera un canto di rara bellezza ed espressività ottenendo un folgorante lungo applauso a scena aperta, che andava persino a coprire il fortissimo orchestrale sulla coda dell’aria.
Armiliato dona colore e anima a tutto quello che canta: una vera e propria lezione di bel canto e di credibilità scenica dall’inizio alla fine dell’opera…
Difficilmente ho sentito altri cantanti così entusiasticamente convincenti in questo ruolo in tutte le sfumature che esso richiede. In poche ma significative parole, si può affermare che oggi Fabio Armiliato è veramente il più completo Principe Calaf in circolazione.

Daniela Dessì è una Liù dolce e dalle tenere movenze che catturano la scena. Questa grande Artista (dei nostri giorni e di sempre, come ormai è accertato da tempo) riesce a piegare il suo importante strumento vocale anche per sottolineare in modo assolutamente convincente tutti gli aspetti di questo ruolo, grazie alla sua straordinaria padronanza tecnica e alla sua sensibilità musicale.
Ammalia e seduce nell’aria “Signore Ascolta “e costruisce un palpitante e struggente finale che vive tutto nella sua aria “Tu che di ciel sei cinta”...un vero e proprio brivido scorre in quel momento dentro il teatro e viene avvertito da tutti attraverso il suo canto.

Maria Guleghina è Turandot per esperienza nel ruolo e solidità di canto. Con mestiere e talento misura la sua importante voce spingendola alla ricerca anche delle linee dinamiche sui piani, sottraendosi, così facendo, da quell’etichetta che la vede riconosciuta come soprano spinto talvolta anche all’eccesso e donando così maggior credibilità e “gusto” alla sua interpretazione soprattutto nell’aria di apertura ”In questa reggia..” e nella scena degli Enigmi.
Soddisfa la sua tenuta scenica “distaccata” come Turandot deve apparire per tutta la durata dell’Opera e di conseguenza il suo canto non sempre lineare risulta in ogni caso efficace e completo grazie proprio a questo aspetto.
Chiude nel duetto Alfano la sua buona interpretazione affidandosi sempre alla sua ottima tecnica e all’esperienza.
Nel cast, ottima prova del giovane e promettente Alex Vinograd nel ruolo di Timur,
Complessivamente buona la prova di Ping,Pong e Pang interpretati da Manel Esteva, Javier Palacios e Gustavo Peña “aiutati” sul palco da allegorici ed acrobatici servi che con i loro interventi, movimentano la scena privandola di una certa staticità che si sarebbe potuta notare durante il terzetto d’inizio secondo atto.

Unica nota meno positiva la prestazione dell’orchestra Sinfonica de Sevilla e del coro del Teatro della Maestranza, probabilmente non in grande serata, diretta con buone intenzioni non sempre completamente realizzate dal M° Pedro Hallfter.
Al fine,un successo complessivo scandito da numerosissimi applausi e trionfali ovazioni che hanno accompagnato l’uscita dei protagonisti principali ed in particolar modo Daniela Dessì e Fabio Armiliato dominatori assoluti di questa rappresentazione dalla prima all’ultima nota."

18 marzo 2010
Sevilla, Teatro de la Maestranza
TURANDOT

Turandot (Soprano): Maria Guleghina
Calaf (Tenor): Fabio Armiliato
Liu (Soprano): Daniela Dessi
Ping, Canciller (Barítono): Manel Esteve
Timur (Barítono): Alexander Vinogradov

Real Orquesta Sinfónica de Sevilla

Coro de la A. A. del Teatro de la Maestranza

Escolania de Los Palacios

Dirección musical: Pedro Halffter
Dirección de escena: Sonja Frisell

lunedì 15 marzo 2010

Disponibile da oggi l'ERNANI registrato a Torino!

E' finalmente disponibile nei migliori negozi di dischi il cd di Ernani registrato dal vivo al Teatro Regio di Torino nel giugno 2007, pubblicato dall'etichetta Solo Voce.



Ecco il cast:

ERNANI Fabio Armiliato
ELVIRA Daniela Dessì
DON CARLO Lucio Gallo
DON RUY GOMEZ DE SILVA: Giacomo Prestia
GIOVANNA Elena Borin
DON RICCARDO Fulvio Oberto
JAGO Alessandro Svab

Coro e orchestra del Teatro di Regio di Torino; Bruno Campanella

venerdì 12 marzo 2010

Habemus Chénier!


Dai nostri inviati a Madrid:
"Habemus Chénier!” esclama un a dir poco entusiasta direttore del Teatro Real di Madrid al termine della recita del 27 febbraio abbracciando insieme i “suoi” Andrea Chenier e Maddalena di Coigny.Ed è questa immagine finale di gioia autentica alla quale ho fortuitamente assistito, che mi piaceva riportarvi per dare inizio a questa personale recensione.
Se c'è un un'Opera che ha sempre scisso pubblico e una buona parte della critica, questa è senz'ombra di dubbio Andrea Chenier. Del capolavoro di Umberto Giordano viene spesso sottolineata infatti un' eccessiva enfasi drammatica nella ricerca di effetti "facili"; allo stesso modo però, dalla trionfale prima scaligera del 1896, è costantemente riproposta nei teatri di tutto il mondo, ottenendo sempre notevoli successi. Grazie al numero e alla bellezza delle pagine dedicate al protagonista, è stato un po' il “cavallo di battaglia” di grandissimi tenori (Pertile, Gigli, Del Monaco, Corelli... ). Impossibile quindi, anche per Fabio Armiliato, sottrarsi al particolare fascino di questo capolavoro che, debuttato a Pittsburgh nel 1998, l'ha accompagnato per circa 50 recite nei più grandi Templi della Lirica e l'ha reso l'interprete di riferimento di questi ultimi anni.
Le due recite madrilene del 18 e 27 febbraio non fanno che confermare quanto detto:
Armiliato regala al pubblico che riempiva in ogni ordine di posto il Teatro Real, un Andrea Chénier assolutamente personale, risoluto e incisivo, costruito su una musicalità senza pari in tutto lo svolgersi dell’Opera e con assolute perle stilistiche e tecniche in evidenza nelle pagine più attese dell’Opera di Giordano: Il suo elettrizzante “Improvviso”, la struggente e rabbiosa interpretazione di "Sì, fui soldato" e soprattutto l’accattivante quanto carica di lirismo "Come un bel dì di Maggio" che vengono accolte da numerosi applausi a scena aperta. Stesso discorso e pari accoglienza, nei notissimi duetti con Maddalena di Coigny, dove il tenore “piega” la sua voce verso una tenue quanto palapabile dolcezza. Con questa interpretazione Fabio Armiliato ha confermato ancora una volta di non aver rivali in questo ruolo, come più volte sottolineato dalla critica e dall’entusiasmo degli appassionati in tutti questi anni.
Daniela Dessì dona voce ed anima all'eroicità di Maddalena di Coigny: un altro grande capolavoro del Soprano che oggi regna incontrastata in questo repertorio. La voce, ambrata e sonora come sempre, riesce a dipingere un intenso ritratto della Contessina: dalle frivolezze del primo atto, all' esaltazione nel sacrificio finale, passando per lo struggente duetto del secondo quadro, che la Dessì cesella di pianissimi, e per la commovente “La mamma morta”, un vero saggio di belcanto e di intensità interpretativa, salutata entusiasticamente da una vera e propria interminabile ovazione!
Marco di Felice è un Gerard di voce robusta e fortunatamente lontano da truci effetti veristi. Tra i tanti comprimari vale la pena di segnalare la possente Madelon di Larissa Diadkova e l'Incredibile del sempre valente Carlo Bosi.
Lo spettacolo di Giancarlo del Monaco, proveniente dall' Opéra National de Paris, riprende e rinnova la precedente sua produzione creata per il Teatro Comunale di Bologna. Bella l'idea del primo quadro racchiuso in un salone con vedute di giardino in trompe l'oeil (come a dirci che la sola natura possibile qui è falsa, è un’imitazione) in cui si danno ritrovo gli ultimi, tetri (quasi zombie) rappresentanti dell’ Ancien Régime e tra cui contrastano, grazie anche agli splendidi costumi color pastello di Maria Filippi, Andrea e Maddalena; notevole anche l'idea di ambientare il Tribunale Rivoluzionario, organo che tra i compiti aveva quello di smantellare l'aristocrazia, nel luogo creato dall'aristocrazia stessa per dare piena ostentazione di sè: un teatro (in rovina, chiaramente...) che, con fenomenale coup de théâtre, appare in scena al levarsi di un'enorme tricolore francese. Uno spettacolo insomma decisamente piacevole anche se forse un po' troppo indeciso tra la via del concreto realismo o del più poetico simbolismo (come il momento finale in cui i due protagonisti si arrampicano sull'enorme grata fissata sul proscenio).
Buona la prova dell'Orquestra Titular del Teatro Real guidata, con tempi a volte un po' troppo dilatati per un'Opera dalla spiccata teatralità come questa, da Victor Pablo Pérez. Accoglienza trionfale ed infiniti applausi, accompagnati da autentiche piogge di fiori, per i due protagonisti principali dell’Opera.


Ed ecco qualche prezioso frammento video:
- "Un dì all'azzurro spazio"
- "Credo a una possanza arcana...Io non ho amato ancor!"
- "Ecco l'altare... Eravate possente... Ora soave, sublime ora d'amore!"
- "La mamma morta"
- "Sì, fui soldato"
- "Come un bel dì di maggio"
- "Vicino a te s'acqueta... La nostra morte è il trionfo dell'amor!"


18 e 27 febbraio 2010
Madrid, Teatro Real

ANDREA CHENIER
Andrea Chénier: Fabio Armiliato
Maddalena de Coigny: Daniela Dessì
Carlo Gérard: Marco Di Felice
Bersi: Marina Rodríguez-Cusí
La condesa de Coigny: Stefania Toczyska
Madelon: Larisa Diadkova
Roucher: Felipe Bou
Pietro Fléville: Marco Moncloa
Fouquier Tinville: Marco Moncloa
Mathieu: Luis Cansino
Un "increíble": Carlo Bosi
El abate: Ángel Rodríguez
Schmidt: Károly Szemerédy
Un mayordomo: Pablo García
Dumas: Tomeu Bibiloni

Dirección musical: Víctor Pablo Pérez
Dirección de escena: Giancarlo del Monaco
Escenografía: Carlo Centolavigna
Figurines: María Filippi
Iluminación: Wolfgang von Zoubek
Coreografía: Laurence Fanon
Dirección del coro: Peter Burian