domenica 4 gennaio 2009

Fervono amori e danze!


Dopo le trionfali recite di Tosca dello scorso novembre, ecco di nuovo Daniela e Fabio nella bellissima (e questa volta, fortunatamente per chi scrive, molto meno gelida) Trieste per celebrare degnamente l' arrivo del nuovo anno. Programma molto bello, di matrice giustamente nazional-popolare ma eseguito sempre con la massima professionalità.
Vorrei ricordare, in particolar modo, il Dio! mi potevi scagliar di Fabio, superbo melange di tormento e passione, nella speranza, tra l' altro di un prossimo debutto come Otello (esiste già un contratto per una produzione a Liegi nell' aprile/maggio 2011). Altro picco emozionale della serata è Un bel dì vedremo, nel quale Daniela, come sempre, ci dona un piccolo compendio di quella che dovrebbe essere l' arte del canto: intonazione costantemente perfetta, musicalità, impressionante tenuta degli acuti ed un ventaglio infinito di accenti, di colori. Da pelle d' oca!
Notevole anche la prestazione dell' orchestra, guidata dal sempre carismatico Marco Boemi.
Grande successo per tutti, con ripetute (ed esaudite) richieste di bis.

31 gennaio 2008
Teatro Lirico "Giuseppe Verdi" di Trieste

CONCERTO DI FINE ANNO

soprano: Daniela Dessì
tenore: Fabio Armiliato

Orchestra e Coro del Teatro Lirico "Giuseppe Verdi" di Trieste
direttore: Marco Boemi

programma:
- "I Vespri Siciliani": sinfonia
- "Otello": Già nella notte densa
- "I Lombardi alla Prima Crociata": O signor dal tetto natio
- "Otello": Dio! Mi potevi scagliar
- "La Traviata": Libiamo ne' lieti calici
- "Manon Lescaut": intermezzo
- "Turandot": Nessun dorma
- "Madama Butterfly": Un bel dì vedremo
- "Cavalleria Rusticana": Viva il vino spumeggiante
- "La Gioconda": Danza delle Ore e Feste! Pane! Feste!
- "La Vedova Allegra": Tace il labbro
- "Orphée aux enfers": cancan

4 commenti:

Mario Cavaradossi ha detto...

"Lo staff del Teatro Verdi di Trieste, confermando un’ottima sagacia organizzativa, ha regalato un’ultima chicca agli appassionati melomani triestini, allestendo un imprevisto, sino a poche settimane fa, Concerto di fine anno.
La Fondazione triestina ha schierato sul palcoscenico l’Orchestra, il Coro, due cantanti tra i più richiesti del momento come Fabio Armiliato e Daniela Dessì; sul podio un direttore di prestigio, Marco Boemi. Il segnale che vuole lanciare il teatro alla comunità cittadina e a chi ha in mano le sorti economiche delle fondazioni è chiaro: noi ci siamo e vogliamo uscire dalla crisi rimboccandoci le maniche e lavorando seriamente. Il pubblico ha risposto in pieno, affollando il teatro e divertendosi in questa kermesse di fine anno.
Purtroppo, a causa di un recente incidente stradale in cui Daniela Dessì ha riportato serie conseguenze, il programma previsto ha dovuto essere leggermente modificato. Il soprano è stato molto generoso a presentarsi sul palco in condizioni psicologiche difficili, ma ha giustamente rinunciato a cantare l’aria "Pace mio Dio" dalla Forza verdiana e il Brindisi dal Macbeth, che sarebbe stata un’anteprima molto ghiotta.
La serata è stata una specie di work in progress, con il Maestro Boemi che dialogando simpaticamente col pubblico comunicava le variazioni al programma, aperto dall’impegnativa Sinfonia dei Vespri Siciliani la cui splendida esecuzione ha confermato come l’Orchestra del Verdi attraversi un periodo di grande compattezza artistica, attestata poi nell’arco di tutta la serata nella quale la compagine triestina ha spaziato da Verdi a Puccini e Ponchielli, da Lehar a Strauss.
Ottimi anche gli interventi del Coro preparato da Lorenzo Fratini, segnatamente nel Brindisi dalla Traviata, ma anche in modo particolare nel bellissimo "O Signore dal tetto natio" dai Lombardi, nell’introduzione al celeberrimo "Nessun dorma" dalla Turandot e nel spettacolare Brindisi dalla Cavalleria Rusticana. Questi artisti meritano davvero un grande encomio, perché il Coro del Verdi è sicuramente tra i migliori d’Italia.
Fabio Armilato e Daniela Dessì hanno cantato molto bene il duetto dall’Otello verdiano "Già nella notte densa", creando con pochi gesti la necessaria atmosfera dolce e trasognata e anche grazie all’ottimo accompagnamento di Marco Boemi.
Daniela Dessì poi si è esibita da par suo in "Un bel dì vedremo", e nonostante le evidenti difficoltà psicologiche ha regalato al pubblico un’interpretazione intensa e commovente. L’Artista ha fornito una prova di professionalità rimarchevole, solo presentandosi sul palcoscenico così provata.
Fabio Armiliato ha confermato di attraversare un momento vocale felicissimo in tutte le sue arie. Acuti squillanti e sicuri in "Nessun dorma", che tristemente è ormai una delle poche romanze di dominio pubblico, diciamo così, di grande civiltà vocale; spavalderia e senso teatrale in "Viva il vino spumeggiante" in cui, nonostante il pesante ordito orchestrale e la presenza massiccia del Coro, la voce spiccava argentina e sonora.
Molto interessante, subito dopo il duetto dell’Otello, la sua interpretazione di "Dio! Mi potevi scagliar", uno dei momenti più difficili e angosciosi del dramma di Verdi.
Qui l’attenzione non si è focalizzata tanto nell’acuto finale, un SI bemolle comunque splendido, ma nell’interpretazione inquieta e tormentata, nella dizione chiara, nel fraseggio curatissimo. Forse il tenore genovese ci sta preparando una sorpresa?
Alla fine, nella migliore tradizione di questi concerti augurali e in un crescendo di approvazioni, bicchieri in mano e bis del Brindisi della Traviata.
Pubblico felicissimo, generoso di applausi per tutti e pronto a festeggiare il nuovo anno con animo sereno."

P. Bullo, OPERACLICK.COM

Mario Cavaradossi ha detto...

"TRIESTE Per tutti, anche per il Teatro Verdi di Trieste, è stato un anno, non diciamo orribile, ma quanto meno speciale. Per cancellarlo e propiziarsi il nuovo, la Fondazione ha raccolto gli appassionati in un concerto con l'Orchestra, il Coro, il maestro Marco Boemi sul podio, puntando sul richiamo delle star Daniela Dessì e Fabio Armiliato.
Non è dato di sapere se l'iniziativa, nata evidentemente fra una replica e l'altra dell'inaugurale «Tosca», che li vedeva assieme protagonisti, verrà perseguita in futuro. Intanto è stata favorevolmente accolta in un teatro affollato, in un'atmosfera informale di evidente favore.
Obbligatorio alzare i calici della «Traviata», pur nell'imminenza del cin-cin da Venezia e mentre non si è spenta l'eco di quello intonato dagli artisti coreani. È risuonato a metà di un programma sottoposto ad alcuni cambiamenti per concedere al soprano più pausa fra un'apparizione e l'altra.
Il motivo è stato spiegato dallo stesso direttore Boemi: la signora Dessì ha voluto partecipare all'appuntamento triestino nonostante un recente, brutto incidente automobilistico di cui sconta le conseguenze. Un applauso, se possibile ancora più affettuoso, l'ha accolta al suo ingresso in scena per il previsto duetto dell'«Otello» e ha poi coronato il suo «Un bel dì...», in cui ha fatto ricorso ad esperienza e autorità sopranili.
È stato il tenore Armiliato a risultare un po' l'eroe della serata. Gratitudine per aver affrontato (ed onorevolmente risolto) della «Turandot» il «Vincerò!», che sta per diventare un jingle di esclusiva pertinenza pavarottiana, ammirazione per il cambio di registro nell'«Otello», dall'espressività tenera e nobile del duetto a quella rotta dall'angoscia del monologo «Mi potevi scagliar...». Constatate la generosità e la vivezza, che Armiliato possa candidarsi a nuovo condottiero a Cipro?
In un crescendo euforico fra consensi e simpatia, rivolti al maestro, all'Orchestra e al puntualissimo Coro, il congedo è avvenuto con un brindisi autentico dopo ben tre fuori programma, omaggi al territorio operettistico da Strauss e Lehar ed il verdiano «Libiam...» bissato a furor d'applausi."
C.G., IL PICCOLO

ClaudiaO. ha detto...

Tra poco ci potremmo beare di quell'Otello, tranquilli... ^^

Testa ha detto...

Una serata magnifica!