mercoledì 4 febbraio 2009

Invano Fabio ti celasti al mondo!


Dal nostro inviato Testa:

"A 2 giorni da un anno pieno di distanza dal suo debutto in La forza del destino nello splendido Forum Grimaldi di Montecarlo. Fabio Armiliato ritorna a vestire i panni non facili di Don Alvaro questa volta nel ancor più prestigioso Teatro della Staatsoper di Vienna.
Per questa produzione figurano comunque anche altri motivi d’interesse a partire da un cast inedito dove insieme al “nostro” Don Alvaro, spicca senza dubbio la presenza di Violeta Urmana nei panni della combattuta e fedele Leonora, il basso Giacomo Prestia nella parte di Padre Guardiano ed il debutto al Teatro di stato viennese del promettente baritono Silvio Zanon nel non facile ruolo di Don Carlo.
Ulteriore motivo d’interesse ancora il tanto discusso e non certo in toni entusiastici, allestimento di David Pountney.
Partendo proprio da quest’ultimo, personalmente ritengo che questo chiamiamolo “esperimento scenico” che essenzialmente si rifà nell’arco di tutta l’opera ad una piattaforma formata da una base ed estesa in altezza da un solo lato il tutto di colore bianco (che su sfondo perennemente scuro cattura verosimilmente l’attenzione del pubblico) che si muove in senso circolatorio al centro della scena dando vita a diversi e solo immaginabili luoghi della vicenda, sia riuscita da un certo punto di vista:
Se il regista voleva così facendo dare quel senso d’angoscia che serpeggia durante tutta l’opera verdiana di questo persistente e incalzante destino negativo,si potrebbe anche salvare questo intento.
Ma purtroppo tutto ciò viene ahimè letteralmente cancellato da altri elementi di contorno che disperdono questo proposito:Un filmato proiettato sull’antisipario che fa da preambolo alla vicenda sulle note della famosa sinfonia iniziale che vede protagonista sul finale una pistola in 3D il cui colpo mortale dopo la sua caduta trafigge il cuore di una sagoma facendo “schizzare sangue”digitale su tutto il palcoscenico. E poi ancora i balletti dissacranti e da avanspettacolo che intervallano in maniera ignobile alcune importanti scene dell’opera e soprattutto i costumi di scena:
Alcuni assolutamente assurdi come quello imposto alla Zingara Preziosilla (Una purtroppo scenicamente e vocalmente anonima Zoryana Kuspler) qui tramutata in una cow girl da “rivista” con attinenti ballerine in simil vestiario…il tutto sembra uscito dal noto Night-club “Moulin Rouge”!
Torniamo al Cast:
La bravissima Violeta Urmana è stata encomiabile per linea di canto e fraseggio in tutta la totalità dell’opera ma è stata accolta però un poco tiepidamente agli applausi finali.
Forse il pubblico viennese avrebbe preferito vedere in questo ruolo una figura fisicamente più….fragile ed una voce come ad esempio nel Pace mio Dio un pochino più giocata sui piani e non sulle note acute in vero un po’ troppo “enfatizzate”.
Buono il Don Carlo di Silvio Zanon baritono in crescente ascesa che corona con una solida performance il suo debutto allo Staatsooper in un ruolo tanto difficile sia in chiave vocale che in chiave interpretativa.
Giacomo Prestia si conferma sui suoi ottimi standard abituali con una prova lodevole fatta di uno stile di canto uniforme e regolare.
Le note dolenti del cast arrivano dalla già precedentemente citata Kuspler e dal Frà Melitone ingolato ed aspro di Sorin Coliban.
Un forte e meritevole bravo al Maestro Carignani per la sua direzione pulita ,composta e che ha sempre trovato il giusto equilibrio fra orchestra e cantanti in scena.
Ed Infine la star della serata…accolto ai saluti finali in maniera davvero trionfale da un pubblico letteralmente e giustamente entusiasta del suo Don Alvaro, Fabio Armiliato ha fatto davvero tremare i polsi praticamente in tutti i momenti della sua presenza in scena facendo sfoggio di tutto il repertorio che tecnicamente occorre e tutto ciò che una voce deve avere per poter modellare in maniera credibile il personaggio di Don Alvaro: Il timbro e l’accento drammatico (il suo “Morta”nel tragico finale detto con una naturalezza disarmante…), di sfida ( come nei due ottimi duetti con Don Carlo), morbida e potente, colorata e ricca di sfumature (su tutto la sua splendida “O tu che in seno agli angeli” con la presenza dell’ormai sua stilisticamente perfetta, mezza voce)…tutto ciò che Fabio possiede e che ha messo ancora una volta puntualmente in mostra, soddisfacendo appieno gli ascoltatori presenti e gli appassionati più esigenti.
Per non parlare della presenza scenica che Fabio porta con disinvoltura in ormai qualsiasi personaggio che affronta, trasformandosi realmente in esso.
Che aggiungere ancora per lui?
Un’altra volta Fabio in grande stile,
Un’altro strameritato successo personale, un’altra volta grandissimo nostro FABIO!"

23 gennaio 2009; Wiener Staatsoper
LA FORZA DEL DESTINO

DON ALVARO: Fabio Armiliato
MARCHESE DI CALATRAVA: Janusz Monarca
PADRE GUARDIANO: Giacomo Prestia
DONNA LEONORA: Violeta Urmana
DON CARLO DI VARGAS: Silvio Zanon
FRA MELITONE: Sorin Coliban
PREZIOSILLA: Zoryana Kuspler
MASTRO TRABUCO: Florin Ormenisa
UN ALCALDE: Michael Wilder
UN CHIRURGO: Zoltàn Nagy
CURRA: Donna Ellen

direttore: Paolo Carignani
regia: David Poutney

Orchestra e Coro della Wiener Staatsoper

5 commenti:

Mario Cavaradossi ha detto...

"Realmente l'unica vera gioia della serata era Fabio Armiliato come Alvaro. Lui è stato perfetto dalla prima fino all'ultima nota.
L'aria, che è costruita essenzialmente per chi ha grande talento nel saper cantare piano, è stata eseguita davvero bene con tutti i lirismi necessari così come altrettanto tutti e tre i duetti.
In alcuni momenti lo so poteva paragonare stilisticamente a Di Stefano o anche al Carreras giovane. Non posso proprio offrire una lode migliore !

Questo cantante si trova al momento su una parabola di volo davvero altissima, come accade nello sport per l'Austriaco Schliernzauer nel Salto dal trampolino con gli Sci!"

H. Haberman, DER NEUE MERKER (27 gennaio 2009)

calmatiidolomio ha detto...

Per fortuna , sono stata anch´io alla recita di 26 e poi anche a quella di 30 e sono d´accordo con quasi tutto di quello che Lei scrive.Comunque,trovo che Lei non ha per niente ragione in quello che riguarda il Fra Melitone di Sorin Coliban!Sono gia anni da quando lui canta a Vienna e la sua voce e grandissima , ma per niente ingolata o aspra, come scrive Lei.Signor Coliban ha cantato le sue due arie molto bene ed e stato molto bravo anche come attore, insomma :molto piacevole da vedere e da ascoltare.Tutto questo, nonostante quello, che non dobbiamo dimenticare, che Coliban e un basso baritono e il ruolo di Fra Melitone e molto acuto e difficile, anche per un baritono puro.
Certo , ognuno puo avere le sue opinioni."De qustibus non est disputandum!"Ma possiamo ancora sperare, che Lei e stato interramente obiettivo ...e non e stato influenzato, come tanti, dal fatto che Coliban e di origine romena.

Mario Cavaradossi ha detto...

Presente alla recita del 30.
Un po' di considerazioni, seguendo la preziosa recensione del nostro Testa.
Luci ed ombre per la regia di Poutney. Le prime rischiarano l' encomiabile versatilità con cui viene sfruttato il semplice impianto scenico: la bianca pedana ad L prima sala del palazzo di Calatrava e poi osteria, convento, accampamento, eremo... Le seconde invece si addensano sui momenti che vedono Preziosilla protagonista, non tanto per la presenza di cowboys e cowgilrs e di balletti da avanspettacolo, ma per il vero e proprio senso drammatico, per il nesso con la vicenda… avessi maggiore dimestichezza con il tedesco, proverei a cercare l' illuminazione spulciando tra le note di regia riportate nel programma di sala (per quanto io continui a credere fermamente che uno spettacolo debba sempre e comunque parlare da sè, senza mediazioni o indirizzamenti…).
Urmana in crescendo, e decisamente meglio rispetto alla Leonora fiorentina dell’ autunno 2007. Sonoro il registro grave e potentissimo quello acuto. Assente, non troppo giustificata, la ricerca di finezze (mezzevoci, pianissimi…); il fraseggio e gli accenti restano sempre un po’ generici (tra l’ altro gravissima, a parer mio, la dimenticanza che le fa trasformare “voi mi SCACCIATE”, in “voi mi SALVATE”…).
Antony Michaels-Moore, costretto da un’ indisposizione a cancellare le prime due recite, è un Don Carlo truce, con disomogenea linea di canto e pesante accento britannico.
Valevole e austero il Padre Guardiano di Giacomo Prestia; decisamente mediocri (per un teatro come la Staatsoper) la Preziosilla di Nadia Krasteva e il Fra Melitone di Sorin Coliban.
Ho lasciato anche io per ultimo il nostro Fabio. E’ un miracolo vedere come, di produzione in produzione, diventi, senza mezzi termini, sempre più bravo. Acuti sicurissimi, meraviglioso rincorrersi di mezzevoci, aderenza totale al ruolo. E’ infatti in personaggi malinconici, umbratili come appunto Alvaro, come Don Carlo, come Don Josè che Fabio, per aderenza stilistica e, forse, psicologica, riesce a non temere oggi confronti… attendiamo fiduciosi Otello!!!

Mario Cavaradossi ha detto...

Calmatiidolomio ben vengano i suoi commenti: questo blog nasce appunto come luogo di discussione e di confronto.
Le posso comunque assicurare che le critiche di Testa non nascono certo da pregiudizi verso la nazionalità di nessuno. E perchè dovrebbe poi? Non è la Romania, tra l' altro, patria di grandissime cantanti come Virginia Zeani, Mariana Nicolesco, Ileana Cotrubas?

Testa ha detto...

Gentile Calmatiidolomio,
Piacere di fare la Sua conoscenza e benvenuta.
Io ho assistito a 2 recite di questa produzione i giorni 23 e poi l'ultima del 30 alla quale anche Lei era presente.La recensione che ho scritto su questo blog si rifà solo ed esclusivamente alla 1'recita del giorno 23.Sono sinceramente contento che Lei sia complessivamente concorde con quanto scritto e mi fa piacere quindi di averLe dato un concreto resoconto della recita.Sulla performance del Signor Coliban devo dire che nella seconda recita a cui ho assistito,l'ho trovato sicuramente più morbido e sicuro vocalmente rispetto alla prima recita ed anche il suo registro acuto ne ha tratto beneficio.
Trovo davvero un poco bizzarro la sua chiusura a riguardo delle origini rumene del cantante in questione:Che cosa voleva significare?E che pregiudizio mai potevo avere su questo?
Un cordiale saluto.
Testa