domenica 19 luglio 2009

I vent' anni di Mario!


Che l' opera all' aperto sia una scelta non propriamente felice, è un dato di fatto. Basta uno sguardo, anche distratto, alla storia del Melodramma per accorgersene: il luogo deputato da sempre alla sua rappresentazione resta il teatro o, comunque, un limitato luogo coperto. Ma in estate, complice l' aumento delle temperature ecco spuntare qua e là, un po' come funghi, rassegne musicali "open air", anche nei luoghi meno adatti. E' questo il caso delle Terme di Caracalla, ai piedi dell' Aventino, luogo in cui, durante i mesi più caldi, viene trasferita la stagione romana. Location oltremodo suggestiva, non c’è dubbio, ma circondata da arterie sempre cariche di traffico e coronata dal volo degli aeroplani. Si è reso quindi necessario, soprattutto ora che il palco non viene più allestito all' interno del raccolto calidarium, per garantire una decorosa fruizione dello spettacolo, il ricorso all' amplificazione, con buona pace della magia scaturita dal canto lirico, dal miracolo della proiezione di una voce.
Dopo questo piccolo, ma doveroso, preambolo veniamo subito a parlare del punto forte di questa produzione di Tosca: il ritorno di Fabio nel luogo in cui, vent' anni fa, per la prima volta indossò i panni di Mario Cavaradossi. E, ovviamente anche questa Tosca numero 135 (sperando di non sbagliarci...) si è risolta in un trionfo! Strepitoso vedere come un ruolo che ogni volta sembra aver raggiunto la perfezione assoluta, la volta successiva ci si riveli sempre migliore. La potenza dello squillo (elettrizzante il Vittoria), il lirismo mai melenso del primo e soprattutto del terzo atto (spettacolare la mezzavoce di disciogliea dai veli), la varietà degli accenti e la bella presenza scenica ne fanno il Cavaradossi per eccellenza di questo inizio di millennio.
La sua prima Floria, in quel lontano 2 agosto 1989, fu la veterana Giovanna Casolla. Ora l' impervio ruolo è interpretato da Micaela Carosi, che ci dona una prestazione solo in parte convincente. Manca tutto il versante lirico che dovrebbe abbondare nel primo atto: la cantante si limita (furbescamente) ad aggirare l’ ostacolo non cantando in voce, potendo qui sfruttare l’ amplificazione artificiale. Meglio negli altri due atti (bello il do della lama!), anche se la prestazione resta comunque costantemente inficiata da una certa inerzia scenica e, soprattutto, da un fraseggio spesso monotono, o comunque d’antan, non propriamente l’ ideale per le mille sfumature richieste dalla partitura pucciniana.
Giorgio Surian è uno Scarpia in abiti cardinalizi, viscido ed algido allo stesso tempo, molto più vicino al Frollo di vittorughiana memoria che al sadico barone creato da Sardou. Di rilevo comunque la prova vocale, anche se maggiore personalità non sarebbe guastata.
Diligenti i comprimari, ma anonima la direzione di Paolo Olmi.
Franco Ripa di Meana sposta l’ azione agli anni ’10-’20 del XX secolo. O almeno questo ci suggeriscono i discutibili costumi di Silvia Aymonino (quello di Tosca del II atto sarebbe stato più adatto per Mimì Tirabusciò…). La scena (Edoardo Sanchi) è fissa: una foto della Capitale vista dall’ alto in cui sono evidenziati, con cerchi rossi, i tre luoghi dove è ambientata la vicenda. Dello stesso colore è il Tevere. Tante le gratuità registiche durante lo spettacolo come le fiamme che avvolgono il coro nel Te Deum, Tosca che uccide Scarpia con un crocifisso, il belante agnellino durante lo stornello del Pastorello, il suicidio della protagonista evocato dal suo afflosciarsi sul fiume rosso…
Insomma, mi sembra ormai chiaro: il nostro Mario Cavaradossi avrebbe meritato ben altre compagnie per festeggiare i suoi primi vent’anni!

14 agosto 2009
Terme di Caracalla
TOSCA
personaggi e interpreti:
FLORIA TOSCA: Micaela Carosi
MARIO CAVARADOSSI: Fabio Armiliato
IL BARONE SCARPIA: Giorgio Surjan
ANGELOTTI: Alessandro Svab

Coro di Voci Bianche di Roma dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia e del Teatro dell'Opera

Orchestra e Coro del Teatro dell' Opera di Roma; PAOLO OLMI

regia: Franco Ripa di Meana

Nuovo allestimento

2 commenti:

Numisia_Maximilla ha detto...

Ma non erano 134?? Vabbè, a questi numeri non è una che fa la differenza!! ^_^
Comunque come non essere d'accordo... Cavaradossi protagonista assoluto dello spettacolo!!!

Testa ha detto...

Beh...dipende:se calcoliamo la prova generale romana di questa Tosca come recita(che poi in effetti lo è)sono 135.Per il resto un super Cavaradossi che almeno da par Suo ha festeggiato egregiamente il prestigioso traguardo del 20'anniversario sfoderando una prova nei panni di cavaradossi senza pari,all'interno di uno spettacolo indecoroso...usando un eufemismo...