sabato 25 ottobre 2008
"Turiddu ov'è?" Eccolo!!!
Lui, lei, l' altra.
Il triangolo amoroso per eccellenza, declinato in moltissime opere, trova nella Cavalleria Rusticana di Pietro Mascagni uno degli esempi più noti. Talmente noto e quindi eseguito, da venire spesso trasformato in cliché. Fortunatamente ieri sera questo non è (quasi) avvenuto.
Il Turiddu di Fabio Armiliato m'è parso davvero rivoluzionario: non più l' insensibile guascone sciupafemmine a cui tanta tradizione ci aveva abituato, ma un affascinanate giovane talmente innamorato di Lola da diventare (e qui sta la chiave di volta) suo malgrado burbero con Santuzza. Un personaggio lirico dunque, quasi malinconico, totalmente simbiotico con una linea di canto purissima ed esemplare. Come esempio vorrei citare (e se riesco a recuperarne la registrazione prometto di postarla) la, senza mezzi termini, meravigliosa Siciliana: null' altro che lo struggersi d' amore d' un giovane. Il duetto con Santuzza poi non fa altro che confermare questa, oggi inedita, visione del personaggio: sa di essere colpevole, non vuole causarle dolore, ma non può fare altrimenti. E' spinto inesorabilmente ma in maniera consapevole da ciò che tutto può: l' amore.
Tramite questa visione, l' aria finale non ci appare più come una repentina, e forse anche un po' codarda, presa di coscienza ma, soltanto lo struggente (e come solo Fabio sa esserlo...) commiato di un giovane che va inesorabilmente incontro alla morte.
venerdì 24 ottobre 2008
Firenze, Teatro Comunale
CAVALLERIA RUSTICANA di P. Mascagni
Turiddu: Fabio Armiliato
Santuzza: Marianne Cornetti
Compare Alfio: Silvio Zanon
Lola: Chiara Fracasso
Mamma Lucia: Viorica Cortez
Orchestra e Coro del Maggio Musicale Fiorentino
direttore: Pietro Rizzo
maestro del coro: Piero Monti
regia: Mario Pontiggia
scene e costumi: Francesco Zito
luci: Giancarlo Salvadori
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9 commenti:
Che bella serata! Un'ottima Santuzza. Fabio, neanche a dirlo, il migliore sul palco!!! Mi raccomando la Siciliana!!! Attendiamo con trepidazione... :-)
E poi era la prima volta che a teatro vedevo Cavalleria!!!
"…SI NUN CE TRUOVO A TTIA, MANCU CE TRASU!
Une delle opere popolari per eccellenza è il terzo titolo di “Recondita Armonia!”, e il caloroso successo di Cavalleria Rusticana conferma che, in fondo, lo scopo del festival è stato raggiunto: l’opera alla portata di tutti, perché “l’opera è per tutti!”.
Teatro gremito da un pubblico eterogeneo: prima di Cavalleria si rappresentano due balletti e ragazzine eteree – colli da cigno e movenze delicate - affiancano lo zoccolo duro dei melomani sanguigni in una serata per certi versi strana ma indubbiamente affascinante. Moltissimi i giovani, al punto che potrebbe sembrare un matinée dedicato alle scuole; la sala trasuda energia e scalpita di intemperanza ma è palese che il titolo popolare avvince. E Cavalleria popolare lo è, proprio nell’esatta accezione del termine: perché è per tutti, “facile”, di immediata comprensione; moderna al punto che i fatti raccontati potrebbero essere notizia di un qualsiasi TG ed è corta: la brevità è gran pregio e in un’ora e dieci si assiste all’antefatto, allo svolgimento del fatto e alla conclusione, praticamente la durata di un telefilm, senza la noia della pubblicità e con le orecchie piene di musica geniale, fracassona e delicata, prorompente e gentile, melodrammatica, romantica e ruffiana, confezionata in modo stupendo. Cavalleria andrebbe vista una volta l’anno: si esce sempre contenti. Cavalleria andrebbe fatta vedere ai ragazzi delle scuole: ci si diverte di più che a leggere Verga. Paradossi i miei, forse.
L’evidenza è che ieri sera, al Teatro del Maggio Fiorentino, ci siamo divertiti e le orecchie hanno goduto nell’ascoltare un cast di rara omogeneità e di grande livello, in un’esecuzione di spessore. Pochissimi i momenti che, per l’avvezzo ascoltatore, hanno difettato in qualcosa: forse la “siciliana” poco emozionale, forse l’attacco dubbioso di “ad essi non perdono” o i “gravi” di Mamma Lucia. Forse. Ma che importa?
Sta di fatto che all’entrata superba di Marianne Cornetti si resta stupiti e contenti nel sentire questa voce, impressionante per volume e consistenza, che si piega al dovere di un’interpretazione accorata e i cui ricchi colori e gli armonici sontuosi aiutano a disegnare una Santuzza di grande bellezza vocale. Possiamo dibattere lungamente se per il ruolo dia meglio un soprano o un mezzo, resta inteso che ritengo l’interpretazione della Cornetti imperdibile!
Lola è Chiara Fracasso, timbro brunito e corposo; una Lola impeccabile nello stornello e occhieggiante – come deve essere – moglie del “povero” Compar Alfio, la cui giacca di fustagno è indossata dal bravo Silvio Zanon che tiene testa facilmente , per volume e importanza vocale, alla Cornetti. Ottimo nel disegnare il personaggio dal punto di vista interpretativo – un Alfio forte e caratteriale – non lo è da meno nel disegnarlo vocalmente con il buon fraseggio e l’omogeneità di registro, uniti al bel colore naturale e al sapiente uso del mezzo.
Mamma Lucia non canta molto, eppure è un importante perno nella drammaturgia della storia raccontata e il ruolo viene spesso affidato a cantanti con una lunga carriera alle spalle, che sappiano ben caratterizzare il personaggio: Viorica Cortez, forte della grande esperienza - pur con problemi nel registro grave – delinea una Mamma Lucia naturale e credibile. Ho aperto con Santuzza e chiudo con Turiddu, lo yin e lo yang della vicenda. Fabio Armiliato convince pienamente, il suo è un Turiddu curato, passionale e caldo, vocalmente prestante e sicuro, gli acuti ci sono e la linea di canto è elegante, con un preciso e attento fraseggio. Bella presenza, distinzione e naturale disinvoltura contribuiscono alla riuscita del personaggio, confermando – se fosse necessario – il buon momento del tenore.
Non da meno è l’orchestra del MMF che – come un cavallo di razza – necessita di mani forti che la sappiano tenere e Pietro Rizzo unisce polso e fantasia ad una lettura rigorosa ma accorta, volta a renderci una Cavalleria sì da ” Festival popolare “ ma attentissima alla qualità. Ed ecco i colori screziati, il volume alto ma che mai prevarica i cantanti ( … e la voce della Cornetti esce potente anche nel gran finale di “inneggiamo il Signor” !), il tono vagamente bandistico – e lo dico con un sorriso – che vien fuori con leggera e competente ironia in quella che definisco una prova all’altezza della grande Orchestra conosciuta. E siccome tutto è bene quel che finisce bene, non da meno è stata la prova del Coro, ottimamente guidato da Pietro Monti. Bravi!
In tutto questo ben di Dio ritengo che la regia e le scene, rispettivamente di Mario Pontiggia e di Francesco Zito – che ha curato anche i costumi - siano state il giusto contenitore, il bel corollario, per uno spettacolo didascalico e piacevole: lo spaccato di una chiesa, la piazza del paese – alto sulla campagna, lontana e piena di luci - con le sedie dell’osteria e la processione con la statua del Redentore.
Come già detto, grande successo da parte di un pubblico già “provato” dai balletti che hanno preceduto l’opera. Paganini, sulle note della Rapsodia su un tema di Paganini per pianoforte ed orchestra Sergej Rachmaninov (solista un sensibile e partecipe Andrea Severi), coreografia creata nel 1987 da Vladimir Vasiliev per Vladimir Derevianko ed oggi interpretata da Alessandro Riga e Vespri, nuova creazione di Luciano Cannito, sulle musiche delle Quattro Stagioni, il balletto che Verdi scrisse per "Le vépres siciliennes"."
M.Lazzari (operaclick.com)
Una bella serata di teatro davvero... BELLISSIMA! Il Turiddu di Fabio è stato davvero emozionante, mi è piaciuto moltissimo! Le estenuanti ore di treno e la notte insonne lo sono valse tutto! :D
Se avessi organizzato in altro modo il viaggio, non mi sarei perso questo Turiddu... mi sento anche "traditore": perchè la sera prima ho avuto un appuntamento con Floria in quello stesso teatro..mi perdonerà mai il siculo genovese?
Caro Davide,lui forse ti perdonerà ma io no!Se volevi restare lo sai che un posticino per te...si trova sempre!Ma so anche che non potevi...peccato!La recita del 19 di Cavalleria è stata molto bella con un Super-Turiddu!Dai,sarà per un'altra occasione!
Cari amici,
sono felicissimo che ci sia stata data l'opportunità di questo BLOG per dimostrare,nel nostro piccolo, il bene e l'affetto che abbiamo per questo grande personaggio che risponde al nome di Fabio Armiliato. Ho intitolato "Meglio di un Montalcino d'annata" perchè come nella migliore tradizione di questo nobile vino toscano,ricercatissimo e dedicato a palati ultrafini,il nostro amato Tenore, che ormai seguo da anni,migliora con il proseguo dell'età e della carriera. Non parlo da "fan" o peggio ancora da tifoso ma cerco di analizzare serenamente questo grande cantante rapportandolo alle voci del panorama attuale. Credo senza essere troppo di parte, che ormai per certi ruoli,se vogliamo ben interpretare ciò che l'autore ha scritto, non esiste voce migliore che quella di Fabio. Trovare voci con centri poderosi, ampia varietà di armonici,passaggi di registro perfetti e acuti squillanti ed argentei che sembrano fuoriusciti da trombe d'argento,sia diventato molto raro. Come altrettanto raro è trovare una nobiltà del canto,gentilezza e passione nel porgere la sua bella voce che coinvolge e rende partecipe chi l'ascolta . Tralascio le doti umane e la semplicità che ha nei conìfronti di chi ha la fortuna di conoscerlo,semplicità sicuramente cromosomica derivante dalla eccezionale simpaticità dei genitori che ho conosciuto e che spessissimo seguono il tenore. Credo che seguire Fabio e naturalmente quella che io chiamo la "Divina Creatura" , la splendida,incommensurabile maestosa e perchè no, femmina di gran razza che risponde al nome di Daniela Dessì sia un valore aggiunto che ricongiunge tutti noi con un mondo lirico spessissimo "disturbato"da interessi e voglio definirle miserie che nulla hanno a che fare con il nostro amato melodramma. La scorsa settimana ero naturalmente a Firenze per Cavalleria e cercavo di fare un paragone con una Cavalleria che avevo visto in quel di Genova l'anno scorso con un tenore che certo non è l'ultimo arrivato per la considerazione che alcuni critici gli hanno dato. Bene...obiettivamente e cercando di essere il più obiettivo possibile, questa di Fabio è stata un Turiddu Monumentale,per interpretazione sia vocale che fisico-scenica . Vorrei infatti sottolineare che Fabio scenicamente ha dalla sua anche un "fisic - durol" che gli permette di entrare in modo magistrale nel personaggio scenico. Non so se tutto questo è frutto della passione che nutro per questa bellissima coppia di artisti. Certo è che, anche in poche devo dire, serate in cui il tenore per motivi di salute tracho-bronchiale, non era al meglio, ha sempre strappato applausi grazie alla ormai maturata esperienza e la bontà della passione che mette nelle sue interpretazioni e questo credetemi è estremamente raro . Insomma un altro valore aggiunto.
Bene..per oggi credo che questa mia presentazione sia più che sufficente e spero che altri amici si aggiungano su questo blog, amici che spero avrò la possibilità di conoscere al più presto di persona nei vari teatri dove la "coppia più bella del mondo" continuerà per anni a deliziarci.
Un caro saluto a tutti dal vostro CavDesgrieux.
Carissimo cavdesgrieux,BENVENUTO!
"ISTANEE DI SICILIA FRA NEOREALISMO E VERISMO
Cavalleria Rusticana, ispirata all’omonima novella di Verga, è opera popolare per eccellenza che ha sempre riscosso grande successo di pubblico, affermandosi come fenomeno di “mercato” e di primo consumismo del prodotto musicale. Pur ispirata dal verismo letterario, non analizza il tessuto sociale, riducendolo a semplice cornice ai limiti del bozzettismo per concentrarsi su passioni elementari e istintive. Il grande merito di Cavalleria, però, è la capacità di ritrarre i sentimenti che animano i personaggi, passione, gelosia, odio e desiderio, in modo immediato e senza falsi pudori, con grande varietà di inflessioni, coinvolgendo -fino a travolgerlo- il pubblico di ogni tempo e estrazione. Un’opera per tutti.
La tradizionale e didascalica scena unica di Mario Pontiggia ricrea lo spaccato di una chiesa e di un sagrato con un terrazzo oltre il quale s’intravede il mare luccicante e increspato sullo sfondo. Le numerose comparse contribuiscono a ricreare il colore locale del Sud, donne che ricamano in cerchio un’immensa tovaglia di pizzo bianca, crocchi di donne sul sagrato o in processione con la statua del Redentore, ma anche ad amplificare con la loro muta presenza da tragedia greca il dramma di Santuzza, disonorata e tradita, colta in tutta la sua sudditanza psicologica nei confronti di un ambiente duro e ostile. Curati i costumi di Francesco Zito, come pure le calde luci mediterranee di Giancarlo Salvatori.
Un cast vocale omogeneo e di alto livello ha contribuito a mettere in risalto la bellezza musicale dell’opera. Marianne Cornetti è una Santuzza dalla voce ampia e pastosa, carica di espressività ma dalla linea solida e un registro acuto duttile e incisivo. La cantante, talvolta rimproverata per interpretazioni generiche, ha qui delineato un personaggio umano e doloroso, toccante per la consapevolezza della propria umiliazione di cui l’atto di accusa nei confronti di Turiddu è il momento più doloroso. Fabio Armiliato, ad eccezione della siciliana iniziale un po’ forzata, risolve perfettamente il ruolo di Turiddu, sfruttando al meglio l’accento e il timbro brunito, coniugando prestanza vocale a coinvolgimento interpretativo. Un Turiddu naturale e disinvolto caratterizzato da giovanile baldanza che giustifica tradimenti e seduzioni, travolgente nell’accorato addio ad alta tensione alla madre e alla vita. Compare Alfio è interpretato da Silvio Zanon con voce solida dal registro grave profondo,un personaggio deciso e brutale, forte di una corporatura imponente che lascia presagire il tragico epilogo. Chiara Fracasso è una Lola bella e sensuale comme il faut, dalla buona vocalità e con un fraseggio sufficientemente ricco di colori. Viorica Cortez, nonostante una voce disomogenea, è perfetta per delineare la figura di un’ingombrante Mamma Lucia."
I. Bellini (teatro.org)
"IL TRE PIU' DUE DI RECONDIT' ARMONIA
[...]È con probabilità in Cavalleria rusticana che Pontiggia realizza il proprio spettacolo più riuscito tra i tre. L’eccesso oleografico che bloccava la regìa di Tosca si affranca qui nello scavo psicologico di Santuzza e Turiddu, personaggi ingabbiati nell’incomunicabilità. Le scene di Zito, formate da una sezione di chiesa e da un angolo di paese che si affaccia sul mare, sfiorano l’effetto presepe, ma risultano filtrate da un abile gestione degli spazii - soprattutto quando il regista compone colorati tableaux vivants - e da una recitazione che non cerca l’effetto a tutti i costi. Trionfatori della serata sono stati il mezzosoprano Marianne Cornetti, Santuzza, e il tenore Fabio Armiliato, Turiddu. Lei portatrice di una femminilità ferita, e capace di colorare ogni frase con timbro pastoso e impeto penetrante. Lui cupo e introverso, dedito senza risparmio alla vocalità verista, squillante nel registro acuto e seducente in quello centrale. Temperamentoso l’Alfio di Silvio Zanon, professionale la Lola di Chiara Fracasso. Gran cammeo, infine, con la Mamma Lucia di Viorica Cortez: personalità teatrale intatta e una prima ottava ancora ricca di sonorità. Direttore sia dei balletti sia dell’opera, Pietro Rizzo opta per una lettura analitica alla ricerca della leggiadria nelle partiture: si gioca con gli espressivi chiaroscuri dei violini e sul controcanto malinconico dei clarinetti, ma con Mascagni l’orchestra si incendia poi nei duetti, nell’intermezzo e nella scena della processione."
A. Cortese e F. Lora (Gli Amici della Musica)
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