mercoledì 29 aprile 2009
...dolce notte! quante Stelle!
“La mia Butterfly rimane qual è, l’opera più sentita e suggestiva ch’ io abbia mai creato”. Sono le risentite parole con cui Giacomo Puccini definisce la sua sesta opera, dopo il bruciante fiasco della prima scaligera del 17 febbraio 1904. E forse proprio torto non aveva. Sembra impossibile restare indifferenti di fronte alla vicenda della piccola geisha illusa dal vile marinaio americano, alla ragazza a cui d’un tratto crolla addosso il castello di carte, alla piccina a cui si spegne il sole (come canta la fida Suzuki). Un’ opera catartica, un viaggio tanto doloroso quanto affascinante nell’ essenza stessa del femmineo. Così, quando al nostro fianco in questo viaggio si pone un’ artista del calibro di Daniela Dessì, l’ ascolto lascia il posto alla scoperta. E’ come se ci apparisse davanti una nuova opera, un nuovo splendido mondo in cui ogni singola nota, ogni parola del libretto diventa inedita. Già dall’ impervia sortita fuori scena (Ancora un passo or via…) si resta colpiti dal connubio naturale che si crea tra il fragile personaggio di Cio-Cio-San e la voce di Daniela, con quella tipica venatura malinconica, un’ ombra di tristezza che lascia intravedere sotto la lacca e la farina di riso uno squarcio del tragico epilogo che si appresta all’ orizzonte. La meraviglia continua poi con il palpitante duetto d’ amore del primo atto in cui la maestosa voce di soprano lirico viene stemperata in un brillio di tinte pastello, tanto adatte ad esprimere le “piccole cose, umili e silenziose”. Ma la recita va in crescendo e, dopo un “Un bel dì vedremo…” di rara intensità che strappa numerosi applausi e richieste di bis, Daniela ci offre saggi di splendida arte scenica (accostata al solito, insuperabile fraseggio), maturata probabilmente fin dagli esordi nel repertorio buffo settecentesco, nelle scene con Sharpless e Yamadori, tanto importanti poiché a loro spetta il compito di stemperare il tono fosco della vicenda. Il finale segna una dei capolavori del Soprano: la voce si fa ora enorme, densamente drammatica, ma mai lontana dalle finezze a cui una belcantista come Daniela Dessì ci ha costantemente abituato (ascoltare il miracoloso, lunghissimo fiato di muor Butterfly).
Fabio Armiliato sembra prendere alla lettera la volontà di Puccini di far cantare il sig. F. B. Pinkerton più americanamente possibile: sfrontato e stridente con la cultura di cui Butterfly e il parentado sono portatori. La voce arriva copiosa e squillante, gli acuti sono talmente sicuri da sembrare quasi sfrontati. Una prova maiuscola, che fa rimpiangere la tutto sommato brevità della parte.
Il resto del cast, spiace notarlo, offriva ben pochi spunti di interesse, tra una Suzuki spesso gutturale, uno Sharpless a volte in debito di intonazione e uno zio Bonzo con qualche problema nel ricordarsi la pur esigua parte.
Funzionale la direzione di Wolfang Bozic, considerando anche i pochi giorni probabilmente avuti a disposizione per preparare la serata.
Lo spettacolo di Peter Brenner, a scena fissa, se da un lato aveva il pregio di evitarci i voli pindarici tanto tipici nelle regie di area germanica, dall’ altro finiva per affossare la vicenda nel più polveroso bozzettismo.
Al termine grandi applausi per tutti e standing ovations per i due protagonisti!
18 aprile 2009
Staatsoper Hannover
Giacomo Puccini
MADAMA BUTTERFLY
personaggi e interpreti:
CIO-CIO-SAN: Daniela Dessì
BENJAMIN FRANKLIN PINKERTON: Fabio Armiliato
SUZUKI: Khatuna Mikaberidze
KATE PINKERTON: Corinna Jeske
SHARPLESS: Bernd Valentin
GORO: Andrés Felipe Orozco-Martìnez
IL PRINCIPE YAMADORI: Edgar Schafer
LO ZIO BONZO: Younk Myoung Kwon
YAKUSIDE’: Keun-Sung Yook
IL COMMISSARIO IMPERIALE: Hirotada Oyama
L’ UFFICIALE DEL REGISTRO: Hans-Peter Prahst
LA MADRE DI CIO-CIO-SAN: Diana Jolig-Werner
LA ZIA: Tatjana Rodenburg
LA CUGINA: Sigurn Luding
DOLORE: Sarah Hinz
Niedersachsisches Staatsorchester Hannover
Chor der Staatsoper Hannover
Statiserie der Staatsoper Hannover
direttore: Wolfgang Bozic
regia: Peter Brenner
Qualche estratto dalla serata:
- "Dovunque al mondo..."
- "Addio, fiorito asil..."
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